Un 2012 senza divisioni


«Divide et impera». Lo predicavano e attuavano con scienza e sapienza gli antichi romani per meglio controllare le differenti situazioni che animavano il loro immenso impero. La nebulizzazione delle risorse, la tensione del confronto vicendevole, l’annullamento esistenziale dei singoli tesi nelle lotte di quartiere, il sospetto e l’invidia nei confronti dell’altro avevano come risultato la compattezza economica del sistema e la regolarità degli immensi flussi di beni e tesori che giungevano a Roma.

Un imperativo semplice, secco, chiaro e per questo efficace. Lo abbiamo assimilato completamente e intimamente, e lo abbiamo fatto nostro. Tuttavia sorprende come il rapporto si sia ribaltato e uno strumento funzionale all’Impero – anche quello moderno (cfr. Alex Zanotelli) per quanto frastagliato e variegato – sia diventato nostro patrimonio personale, individuale, da difendere con forza ed energie. Ci siamo frammentati e, in nome di un individualismo non sempre supportato da contenuti di spessore e portata significativi, ne abbiamo fatto il nostro cavallo di battaglia.

Queste righe di fine d’anno sono sia una visione della società sia il risultato dell’analisi del panorama delle arti manuali che si esprime attraverso i blog. Una vera e propria “cloud”, come amiamo ripetere scimmiottando la più moderna tra le teorie commerciali sapientemente ammantata di tecnologia e sociality. Risultato: una frammentazione disorganizzata, entropica e dispersiva di talenti che non sempre riescono a migliorarsi e, ancora meno frequentemente, a porre efficaciemente sul mercato – o quanto meno proporre selettivamente a un pubblico potenzialmente interessato – i frutti del loro ingegno.

È più di un anno che stiamo cercando di unire gli sforzi frammentati in un unico soggetto di dimensioni e portata significativa, almeno a livello nazionale eppure, probabilmente a causa dei nostri maldestri strumenti comunicativi, l’obiettivo è ancora ben lontano dall’essere raggiunto. Tendenza italica? Anelito separatista che dall’Alto Adige non lascia immune neppure la Sicilia attraversando con identico spirito tutta la penisola? Nazione delle “piccole patrie”? Forse più semplicemente si tratta della lenta digestione della massima latina che ci è penetrata così profondamente nell’intimo fino ad apparire scontata e dogmatica: «Sono nella misura in cui esisto come soggetto individuale».

Già immaginiamo i distinguo, le ragioni dei singoli e dei tanti (non si tratta forse di una nube?), i chiarimenti ma, permettetecelo, le fazioni, i campanili, i personalismi, peraltro così ben espressi dal Parlamento che ci rappresenta, ci sembrano improduttivi e poco lungimiranti. Ogni divisione frammenta il numeratore e spessoporta alla creazione di “resti”, parti residuali che di fatto risultano poco fruibili.

Come alternativa proponiamo il concetto di somma o, nei casi più illuminati, di moltiplicazione. Laddove il risultato dell’operazione sia un valore significativo ottenuto come somma di tanti “resti” che, insieme, possano trovare un’espressione meno personale ma maggiormente importante, stabile, duratura.

Fare squadra: chissà che questo inusuale concetto, per quanto a parole largamente abusato, possa trovare concretezza reale e mostrare che, unendo le passioni, riducendo i costi e fruendo dell’esperienza di una comunità, si possa progredire nel sapere, nel trasmettere, nel ricevere. Diversamente continueremo a cercare invano di far sentire le nostre voci frammentate e per questo deboli, disorganizzate e quindi sovrapposte, che solo a fatica riescono a uscire da quel brusio di fondo indistinto al quale siamo, ahinoi, avvezzi e vaccinati.

Buon nuovo anno a tutti da The Wool Box.

4 risposte a “Un 2012 senza divisioni

  1. Buon nuovo anno a tutte e tutti della Wool Box !!!I capisco ogni commento meglio che il quale primo, grazie per il mio training in italiano a traverso le cose che paresse a me le piu appassionnate: wool wool, wool!!! Elisabeth in Lyon, Francia

  2. Ciao.
    Auguri a Vale, Linda e Emilio.
    Un anno proficuo e pieno di…lana.
    Pier®

  3. Sentito questa mattina in una canzone francese: “Les miracles ne sont que des évènements en dehors de notre compréhension normale”; (i miracoli sono soltanto eventi al di fuori della nostra comprensione normale); cerchiamo dunque di non vedere l’unità, la coesione, il fare squadra come tanti miracoli ma come tanti eventi realizzabili con la nostra forza di volontà! Auguri di buon anno 2012

  4. Devo essere onesta, questo post mi lascia perplessa. Non è la prima volta che sento invocare i benefici dell’unione che fa la forza contro le tendenze individualistiche che portano a disperdere in mille ruscelli l’acqua che potrebbe formare un grande fiume. Ma vi siete domandati perché alle hobbiste creative, alle aspiranti designer e magliste compulsive di casa nostra non piace o non conviene confluire in un unico soggetto?
    Per molte di noi questa attività è il nostro modo di esprimerci e di realizzarci, avere un blog personale dove pubblicare i nostri lavori e i nostri progetti è un modo per sentirci vive. Cosa dovremmo fare? Annullarci per lasciare spazio e visibilità alle realtà più grandi e “professionali”?

    Le vostre parole sulla blogosfera italiana sono molto dure, mi chiedo cosa vi faccia sentire in diritto o in dovere di esprimere un giudizio tanto negativo nei confronti del movimento. Sono d’accordo sul fatto che si possa e si debba migliorare, ma mi sembra giusto affossare chi cerca di fare del suo meglio ogni giorno, combattendo con la difficoltà di portare avanti la propria ambizione di coltivare una passione importante in un modo che sia sempre più professionale, parallelamente a un lavoro quotidiano magari impegnativo e senza trascurare le necessità della famiglia che molte di noi hanno.

    Personalmente ho trovato molte carenze nelle nuove realtà italiane, così come nelle vecchie. Le riviste italiane non investono, si aspettano che noi desideriamo a tal punto pubblicare i nostri lavori da regalare con entusiasmo il nostro tempo e il nostro lavoro in cambio della loro preziosa visibilità. Qualcuno si aspetta di farci partecipare a un corso in qualità d’insegnanti in una città lontana, senza pagare neanche le spese di viaggio e costringendoci ad acquistare il libro necessario per il corso da loro e potrei continuare con gli esempi. In Italia c’è una brutta tendenza a far lavorare sempre i dilettanti perché tendono a farlo gratis nella speranza di affermarsi, così non si va da nessuna parte, si continua a girare nel circolo vizioso a cui vi riferite voi.
    Una piccola riflessione: per attrarre il consenso e la collaborazione di tante blogger e artigiane e magari conservarlo, ci vogliono la costanza, la serietà, la correttezza e la professionalità e un po’ di coraggio che in questi anni difficilmente ho trovato, almeno nelle realtà italiane. L’inefficienza nelle comunicazioni non è un peccato veniale, perché spesso denota mancanza di solidità e di professionalità, cose che fanno venire meno la fiducia che è presupposto essenziale per creare senso di appartenenza e spirito di aggregazione.
    Concludo con il mio auspicio: che il 2012 porti le condizioni per poter collaborare con i nascenti poli di attrazione nazionale, oppure un bel corso d’inglese (per chi non lo parla) e tante occasioni con quelli che ci sono all’estero.
    Buon lavoro
    Annalisa

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